Intervista ❘ La Stampa – Torino

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Alla scuola de’ gelosi si scherza con l’amore.

Ad avverare i sogni può bastare una telefonata. Per il baritono uzbeko Askàr Lashkin sono state due. La prima è arrivata qualche mese fa, quando gli hanno confermato che sarebbe stato tra i protagonisti de “La scuola de’ gelosi”, perla prima volta al Teatro Regio con la regia di Jean Renshaw e con Nikolas Nägele sul podio dell’Orchestra. Cinque le recite, da domenica a sabato 21, domani alle 20 la generale aperta al pubblico, in un coloratissimo allestimento firmato dal Regio. Una divertente commedia degli equivoci alla cui riscoperta ha contribuito il direttore artistico Sebastian Schwarz. La seconda chiamata che ha segnato una svolta per Askàr Lashkin lo ha portato a essere tra gli interpreti principali di “Intrigo maltese”, puntata dell’ottava stagione dell’Ispettore Coliandro. «E’ capitato per caso. Ricevo una chiamata da una casa di produzione televisiva che aveva visto il mio sito. Ho subito pensato a uno scherzo, ma mi sono deciso comunque ad ascoltare. Mi hanno chiesto la nazionalità, se avessi delle determinate caratteristiche fisiche e se fossi un attore. Io ho risposto di sì perché, oltre a essermi laureato al Collegio musicale della mia città, ho frequentato all’istituto statale d’arte un corso di recitazione. Quindi ho sostenuto un provino, l’ho superato e mi sono trovato a recitare nella serie tv. E’ stato bellissimo».

Esibirmi in un teatro  così prestigioso è un onore e un sogno che si realizza.

Vorrebbe proseguire la carriera attoriale?

«Mi piacerebbe ripetere l’esperienza però, se mi imponessero di scegliere tra attore e cantante, non avrei dubbi. Sceglierei la seconda perché attraverso il canto riesco a esprimermi al meglio». 

Ha sempre voluto dedicarsi alla lirica?

«Sono stato circondato dalla musica da quando ho memoria, sono figlio d’arte e i miei nonni erano ballerini. A soli tre anni già cantavo e ballavo, perfezionarmi è stata una scelta naturale».

Sul palco di piazza Castello interpreterà Blasio, che ruolo è?

«Anzitutto ci tengo a dire che essere al Regio è un onore e sono molto emozionato, per me cantare in un così prestigioso Teatro è un sogno che si realizza. Ancor più in uno spettacolo come questo che è elegante, raffinato e coloratissimo. La storia si dipana intorno a tre coppie che hanno differenti estrazioni sociali, modi di vivere l’amore e la gelosia. Io sono un borghese arricchito, un uomo accecato dalla gelosia».

Il titolo andò in scena per la prima volta nel 1778, che fascino può avere nel 2022?

«La vicenda è attualissima perché i sentimenti sono sempre gli stessi, l’amore come, purtroppo, la gelosia. E pure le differenze sociali. Inoltre, la musica è meravigliosa».

Come sta vivendo il conflitto tra Russia e Ucraina?

«Solo qualche mese fa quando mi chiedevano la nazionalità, rispondevo di essere uzbeko d’origine russa e lo dicevo in quanto sono di madrelingua russa. Oggi, invece, preciso di non essere di Russia, nonostante questo mi crei dolore, perché ci tengo a sottolineare la mia distanza dalla guerra che condanno fortemente».

A soli tre anni già cantavo e ballavo perfezionarmi è stata una scelta naturale.


La Stampa - Cronaca Torino - 13.05.2022
FRANCA CASSINE
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